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piccolo prontuario dei termini e delle parole del melodramma


La VanVakys è lieta di offrire a tutti i melomani questo piccolo prontuario dei termini e delle parole del melodramma riservate a tutti coloro che l'amano e che vogliono saperne di più sull'Opera, i suoi migliori interpreti, le scene, le musiche, gli attori e le loro performance, l'orchestra e il coro.
Siamo comunque convinti che il migliore modo di gustare ed apprezzare il melodramma è quello di andare a teatro sedersi e godersi lo spettacolo.

Nel frattempo vi auguriamo … Buona Navigazione !

Saremo contenti di ricevere i vostri commenti e/o segnalazioni ….

Scrivete a melomania@siciliana.it

Le Caratteristiche vocali di un cantante lirico

Cominciando dal Basso abbiamo:

  • Basso profondo (o drammatico). La sua caratteristica è quella di possedere un volume ed un'estensione adatta ad eseguire un certo tipo di repertorio.
    Es.: opere di Giuseppe Verdi (Don Carlo, Ernani, Simon Boccanegra).
    Il basso profondo possiede un vasto repertorio di compositori altrettanto famosi come: Giacomo Puccini (1858-1923), Gaetano Donizetti (1897-1848), Vincenzo Bellini (1801-1835) ecc.. ed esegue quasi esclusivamente opere drammatiche (fatta eccezione per alcuni ruoli come: Don Basilio ne Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini).
    Ruoli assegnati. Ai ruoli drammatici da basso spesso sono affidate parti da vecchio, da padre, da personaggio cattivo (anche se molto più presente nei baritoni) o da saggio: Filippo II, Silva, Fiesco, ecc...(personaggi delle opere sopraccitate).
  • Basso Cantabile. Ha la caratteristica di una voce un po' più chiara rispetto al basso profondo. Spesso lo troviamo in alcune opere di Vincenzo Bellini (La Sonnambula, Norma, Capuleti e Montecchi, I Puritani, ecc..), ma anche in alcune opere di Gaetano Donizetti (Anna Bolena, Lucia di Lammermoor, ecc..), Giuseppe Verdi e in altre di autori antecedenti (Gluck, Cherubini).
    La corda del basso cantabile si distingue per il fraseggio, la capacità di rendere interpretativamente valido e toccante un brano musicale; quindi spesso troveremo opere con un numero elevato di legati, due o più note legate fra loro che formano un suono più omogeneo e compatto.
    Es.: l'aria "Vi ravviso, o luoghi ameni" dalla Sonnambula di Bellini.
  • Basso Leggero. Adesso è un termine poco usato: generalmente chi si identifica come basso leggero viene comunemente chiamato Basso Buffo.
    Ruoli assegnati. Al basso buffo vengono affidate parti essenzialmente comiche proprio perché la voce leggera si adatta di più nelle parti musicalmente più ardue rispetto alle parti drammatiche. Qui troviamo note attaccate alle altre (agilità), gorgheggi, trilli, ecc...
    Il basso buffo venne usato spesso dal più grande compositore di opere comiche mai esistito, Gioacchino Rossini (1792-1868). Molto significative sono le opere: Il barbiere di Siviglia, Cenerentola, Italiana in Algeri, Turco in Italia ecc., che danno a questa corda un'importanza vitale.
    E' giusto ricordare che Rossini compose altrettante belle e famose opere drammatiche come: Semiramide, Maometto II, Assedio di Corinto, Ciro in Babilonia. Ma il basso buffo lo possiamo trovare anche in un'opera drammatica: La forza del Destino di Giuseppe Verdi dove Fra Melitone rappresenta l'eccezione dell'opera fornendo al pubblico una sorta di tregua per le vicende prettamente tragiche che offre il capolavoro verdiano che si conclude con la morte di due personaggi.
  • Basso-Baritono. E' una denominazione che viene usata solamente da circa trent'anni, quindi molto attuale. E' una corda molto particolare, in grado di affrontare ruoli da basso e da baritono, in quanto l'estensione elevata lo permette. Cantanti celebri come Samuel Ramey, Ruggero Raimondi, Bruno Praticò ci hanno dato i migliori esempi.
    Ruoli assegnati. Leporello in Don Giovanni, Conte ne Le nozze di Figaro, Don Pasquale nel Don Pasquale ecc..
    Anche il grande W. A. Mozart usava, inconsapevolmente perché a quei tempi non esisteva la corda del basso-baritono, mettere in alcune opere questa voce particolarmente dotata (Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte, Flauto magico, ecc...).
  • Un esempio chiaro lo troviamo nell'opera Attila di Giuseppe Verdi, di stampo drammatico con una vocalità molto acuta in alcuni episodi e molto grave in altri. Con il termine grave si indica la zona bassa del cantante, quindi, più si scende più le corde vocali si allargano; invece per gli acuti avviene il contrario, cioè si stringono.
    Proprio per questo l'opera capolavoro di Verdi viene tutt'ora poco rappresentata. Le migliori interpretazioni ci sono pervenute dalla storia ad oggi dai cantanti Nicolai Ghiaurov, Ruggero Raimondi, Samuel Ramey e Simone Alaimo immortalati tutti da memorabili incisioni.

Tutte le seguenti voci hanno, rispettivamente, le medesime caratteristiche con gli stessi repertori.

  • Baritono drammatico

  • Baritono cantabile

  • Baritono leggero

  • Tenore drammatico

  • Tenore cantabile o lirico

  • Tenore leggero

Stessa cosa per le voci femminili:

  • Contralto = Basso

  • Mezzosoprano = Baritono

  • Soprano = Tenore

Questi sono i riferimenti con le voci maschili.

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Le Differenze tra: basso, baritono, tenore e contralto, mezzosoprano, soprano

Il Basso, in qualsiasi modo lo si voglia definire, possiede un timbro scuro, cupo, misterioso.

Il baritono è una via di mezzo fra basso e tenore, è più complicato da spiegare in quanto, si dice in questo periodo, le vere e proprie voci da baritono "pure" sono sparite.

Il Baritono possiede una certa facilità (rispetto al basso) di salire sugli acuti con un timbro sicuramente più limpido rispetto al basso e più cupo rispetto al tenore. Inoltre il baritono ha la possibilità di usare con più facilità il falsetto che, come dice la parola stessa, sta a significare canto finto, non proprio del vero colore della voce, che spesso è stato frutto di fraseggio ed interpretazioni di storici cantanti (Gino Bechi, Tito Gobbi,ecc.). Nel periodo attuale, purtroppo, il falsetto è molto criticato o sinonimo di taluni cantanti che usano a malapena fiato, diaframma e tecnica.

Il Tenore è la voce più conosciuta da tutti, cioè anche da coloro che non sono appassionati di quest'arte. E' la voce limpida, cristallina, acuta e spesso molto estesa. Il tenore è, nella maggior parte dei casi, l'eroe dell'opera, colui che salva la propria amata (in genere il soprano) dalle grinfie del rivale in amore (in genere il baritono).E' il tenore de La donna è mobile della celebre aria "Di quella pira" della Recondita armonia.

Ultimamente il tenore è stato "sfruttato" nell'ambiente napoletano con le celebri arie che tutti conosciamo: "O sole mio", "Torna a Surriento", "Dicitincello vuje" ,"Core 'n grato" ecc.. e ancora canzoni come: "Mamma", "La mia canzone al vento", ancor più recentemente messe in evidenza dal grande tenore Luciano Pavarotti.

Spesso, e a ragione, la frase tenore all'italiana veniva usata negli anni '50 dello scorso secolo, quando si potevano ascoltare voci come quelle di: Giuseppe Di Stefano, Gianni Raimondi, Mario Filippeschi ecc... Adesso, purtroppo, nel panorama lirico, quella del tenore è una sorta di "razza in via d'estinzione", soprattutto tenori d'impasto drammatico, perché di "tenorini" ne abbiamo tanti (e come!!) e il più delle volte nascono delle voci, ma senza quella tecnica che allora era alla base di tutto. I ragazzini di adesso pretendono di cantare nei grandi teatri con cachet da capogiro (e qui il discorso è generale non solo per la categoria tenori).
Ci sono diversi cantanti che all'inizio godono di fama internazionale per poi finire nella zona oscura dei teatri e nel dimenticatoio più totale. E di nomi...se ne possono fare tantissimi, ahinoi!.

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Le Voci femminili

Naturalmente le voci femminili hanno le stesse caratteristiche di quelle maschili, ma non si confonda il falsetto, che è esclusivo strumento delle voci maschili, in particolar modo della categoria baritoni.
Quindi il collegamento: Baritono=Mezzosoprano=Falsetto è da ritenersi inesatto, mentre il collegamento Baritono=Mezzosoprano è da considerarsi esatto.

Di cosa è composta una rappresentazione lirica?

L’Opera lirica è forse la rappresentazione più completa che si possa vedere in teatro.

Qui si conosce un nuovo termine per definire l'opera lirica: Melodramma.

La parola melodramma viene dal greco melos, dramma e canto. Sta quindi a significare una composizione teatrale in versi, integralmente musicata e cantata (Rizzoli). Generalmente in un'opera, il compositore mette anche un supporto in più: il coro, spesso usato per far riposare i solisti. In alcune opere il coro è fondamentale (Turandot, Aida, Trovatore, Norma).

Il brano corale più conosciuto in campo operistico (e non) sicuramente è quello degli schiavi ebrei dell'opera Nabucco di Giuseppe Verdi (Và, pensiero sull'ali dorate) che allora stava per diventare inno nazionale italiano. Si rende noto inoltre che il primo compositore a fornire un'opera di coro è Christoph Willibald von Gluck (1714-1787).

 

Gli Atti

In genere l'opera viene suddivisa in quadri (o atti). Il libretto qui assume un ruolo determinante.

Spesso i compositori ricorrevano a dei veri e propri librettisti per i versi delle loro opere che in seguito venivano trasformati in musica. Ricordiamo alcuni librettisti fra i più famosi: Arrigo Boito (anche compositore), Temistocle Solera, Antonio Ghislanzoni, Andrea Maffei, Francesco Maria Piave. Pagine poetiche e testi di indiscusso valore artistico come: "O mio castel paterno, colli di verde eterno, come fra voi quest'anima, redenta esulterà...."; oppure: "E lucevan le stelle... ed olezzava la terra, stridea l'uscio dell'orto.. e un passo sfiorava la rena... entrava ella fragrante... mi cadea fra le braccia..."

Nell'opera lirica, specie in quella regnante tra il 1700 e il 1800, i compositori usavano il cosiddetto recitativo secco, ovvero quell'accompagnamento musicale di una o più frasi con il solo supporto del clavicembalo. Esistono opere dove perfino le romanze sono accompagnate interamente dal clavicembalo. Più tardi i recitativi diventeranno accompagnati dal supporto orchestrale e proprio per questo verranno denominati col termine: recitativo accompagnato (mus. recit. acc.).

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L'Orchestra

Di solito l'orchestra grande di un'opera lirica è formata da circa 90 elementi. Abbiamo: violini primi, violini secondi, viole, violoncelli, contrabbassi, trombe, corni, fagotti, clarinetti, ottavini, oboi, timpani, gran cassa, arpe e triangoli.

 

Il Coro

Solitamente, è formato da circa 100 elementi. Abbiamo (in ordine da sinistra): soprani primi, soprani secondi, mezzo-soprani, contralti, per le voci femminili; tenori primi, tenori secondi, baritoni, bassi, per le voci maschili.

 

I ruoli dei coristi

Il coro nelle opere liriche può rappresentare: il popolo, i furfanti, i banditi, le dame, gli schiavi, cortigiani, fanciulli ecc..Quest' ultimi di solito sono rappresentati da un coro di sole voci bianche, anch'esso formato da soprani primi, secondi ecc... Il termine bianca sta ad indicare quella voce ancora acerba, non sviluppata.

Ogni tanto qualche compositore affidava particine proprio a voci bianche: il pastorello nella Tosca di Giacomo Puccini, o il paggio nel Rigoletto di Giuseppe Verdi, ecc...

 

I Solisti

I solisti, coloro che maggiormente stanno sulla scena, si dividono in: primari, comprimari, particina.

I primari svolgono la storia principale, per es. Manrico e Leonora si amano, il Conte di Luna li ostacola e Azucena (la madre di Manrico) si uccide. Di solito i "buoni" sono rispettivamente tenore e soprano, il cattivo è il baritono e la disperata è un mezzosoprano.

I comprimari sono ad es. il servo di Marrico (basso), il servo del Conte (tenore, da non confondere con il termine tenore secondo usato solo in ambito corale), la serva di Leonora (soprano), un messaggero (tenore).

La particina può essere affidata ad un componente del coro, come ad es. lo zingaro che si stacca dal gruppo ed esclama: "compagni, avanza il giorno, a procacciarci il pan, su, su, corriamo per le propinque ville!"

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L'Opera

L'Opera lirica nasce 400 anni fa e la prima opera in scena per il pubblico fu a Venezia. Proprio per celebrarne la ricorrenza, quest'anno sarà riproposto l'Orfeo di Claudio Monteverdi, che andò in scena per la prima volta nel 1607 a Mantova. Sebbene non fu la prima opera in assoluto ad essere inscenata, essa ha il privilegio di essere stata la prima a varcare i confini nazionali.

Il termine opera viene usato regolarmente anche dai compositori di sola musica sinfonica. Ad esempio. l'opera 32 di W. A. Mozart.

Oppure indica il luogo dove solitamente si rappresentano opere liriche. Ad esempio. "andiamo all'opera questa sera?"

 

Il Preludio o Overture

In un'opera lirica spesso compare il preludio o overture.
Rappresenta un piccolo brano introduttivo di forte impatto che spesso il compositore riprende durante la messa in scena dell'opera. Ad es. il preludio della Traviata, l'overture della Gazza Ladra, il preludio della Carmen, ecc...

 

Il Prologo

In un'opera può anche esistere il prologo.
Il prologo di solito sostituisce il preludio, e indica un fatto accaduto tempo prima. Ad es. nell'opera Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi abbiamo il prologo, dopo il prologo il primo atto si apre e sulla didascalia corre scritto: dopo 20 anni. Il melodramma offre tutt'ora pagine indimenticabili che sono assolutamente attuali, musiche immortali del Barocco, del Romanticismo e del Verismo che ancora entrano nel cuore dei melomani più incalliti.

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